Salina

Monte Fossa delle Felci

La visita a Monte Fossa delle Felci, che con i suoi 962 m s.l.m. è la cima più elevata delle Eolie, rappresenta una tappa obbligata per la scoperta del patrimonio naturalistico di queste isole. L’escursione prende avvio dalla sella di Valdichiesa, imboccando alle spalle del santuario della Madonna del Terzito il sentiero n. 12 che taglia i rimboschimenti a eucalitti, acacie, ontani napoletani e pini marittimi, fino ad attraversare la folta macchia a erica e corbezzolo, aspetto certamente più originale della vegetazione di Salina. Maestosi castagni e un fitto sottobosco di felci aquiline offrono uno degli scorci più inaspettati e sorprendenti dell’arcipelago e danno rifugio a numerose specie di uccelli nidificanti, tra le quali la magnanina (Sylvia undata); in primavera si possono osservare alcune rarità botaniche, come l’Asteracea Doronicum orientale e la Labiata Ajuga orientalis, tipiche degli ambienti montani mediterranei; in autunno, le fioriture dei ciclamini napoletani (Cyclamen hederifolium) e degli sparvieri (Hieracium crinitum), mentre lo stesso sentiero è meta di raccoglitori di castagne e funghi (boleti e suilli). L’antico cratere è occupato da un folto castagneto, il cui impianto risale probabilmente all’età romana, dove vive una popolazione di ghiro (Glis glis). La discesa da Fossa delle Felci può essere effettuata in direzione di Malfa (sentiero n. 7), Santa Marina (sentiero n. 4) o Lingua (sentiero n. 2), o tornando a Valdichiesa lungo il percorso già fatto con alcune varianti.

Durata: 5-6 h

Difficoltà: media (sentieri 2, 7, 12) o medio-elevata (sentiero 4)

Da Pollara a Leni

Il sentiero parte dal Semaforo (280 m s.l.m.) e domina l’anfiteatro craterico di Pollara, dove l’ultima fase di attività vulcanica dell’isola si è conclusa 13.000 anni fa con una catastrofica esplosione, attraversando una folta macchia a cisti, eriche e corbezzoli. Superato il Pizzo del Corvo (ca. 450 m s.l.m.) ci si affaccia sulle falesie di Praiola e Filo di Branda, dove tra luglio e ottobre nidifica una piccola colonia di falco della regina (Falco eleonorae), per proseguire attraverso i coltivi abbandonati e gli uliveti di Valle Spina e Piano del Vescovo (versante S di Monte dei Porri) e ricongiungersi alla rotabile in località Leni. Una delle escursioni più interessanti per gli appassionati di birdwatching e di fotografia naturalistica.

Durata: 3-4 h

Difficoltà: media

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